ORATA DA 2,5 KG – Andrea sul litorale di Sorso (SS)

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In una giornata autunnale Andrea sul litorale di Sorso è riuscito a insidiare una bella orata da 2,5 chili di taglia lungo il litorale della Marina di Sorso

Andrea sul litorale

Orata da 2,5 Kg pescata da Andrea sul litorale della marina di Sorso (Sassari)

Orata da 2,5
Andrea mostra la sua bellissima orata

L’orata da 2,5 kg – un sogno per tutti i pescatori

L’orata è oggetto di pesca sportiva e commerciale su tutte le coste mediterranee.

In crescita è l’allevamento in acquacoltura, importante voce dell’economia di molte località costiere italiane, francesi e spagnole.

In Italia particolarmente rinomato è l’allevamento (in vasca a terra come in gabbie in mare) nelle lagune adriatiche e lungo le coste toscane soprattutto nella Laguna di Orbetello e nella zona di Capalbio e Ansedonia.

Le orate pescate presentano carni più magre di quelle d’allevamento (dovuto alla minor possibilità di muoversi e alla maggior quantità disponibile di cibo di quest’ultime).

Segnalato anche un maggior contenuto di acidi grassi essenziali.

La pesca con la canna viene effettuata soprattutto in zone di costa bassa e sabbiosa con la tecnica del surf casting ma, data la frequenza e l’adattabilità della specie, anche in località di foce o dove siano presenti coste rocciose non troppo alte.

La pesca consiste nel proporre al pesce l’esca locale (di solito si usano le cozze rimosse dal guscio o crostacei ed anellidi marini) facendola arrivare sul fondo.

Il terminale è molto semplice e non deve essere molto lungo(circa 1 metro) in modo da riuscire ad avvertire bene le toccate del pesce.

L’orata è infatti un pesce molto sospettoso ed ha l’abitudine di girare l’esca tra le labbra più volte prima di ingoiarla, è quindi importante non ferrare subito la canna ma aspettare l’abboccata (la punta della canna si fletterà di più rispetto alle mangiate precedenti).

L’esca ideale (come detto) è la cozza locale ma talvolta anche il granchietto di sabbia e di scoglio può essere molto produttivo.

Negli ultimi anni si sono diffusi come esche alcuni “vermi” marini quali il bibi o l’arenicola, con risultati spesso ottimi anche se con esemplari di misura ridotta.

L’amo da utilizzarsi deve essere di misura abbastanza grande e molto robusto per non soccombere sotto la poderosa dentatura del pesce.

Chi è l’orata

L’orata (Sparus aurata) è un pesce osseo di mare e di acque salmastre, appartenente alla famiglia degli Sparidi. Il nome deriva dalla caratteristica striscia di color oro che il pesce mostra fra gli occhi.

L’orata è presente in tutto il bacino del mar Mediterraneo e nell’Atlantico orientale, dall’estremo sud delle isole Britanniche a Capo Verde.

È un pesce strettamente costiero e vive tra i 5 e i 150 m dalla costa; normalmente conduce una vita solitaria o a piccoli gruppi.

È una specie molto eurialina, tanto che si può frequentemente rinvenire in lagune ed estuari, ma è estremamente sensibile alle basse temperature.

Si distingue per avere il profilo del capo assai convesso e la mandibola leggermente più breve della mascella superiore.

Sulla parte anteriore di ciascuna mascella sono presenti 4-6 grossi denti caniniformi, seguiti da 3-5 serie di denti molariformi superiori e 3-4 inferiori. Il corpo è ovale elevato e depresso.

La pinna dorsale è unica con 11 raggi spinosi e 12-13 molli. Sono assenti le scaglia sul muso, sul preorbitale e sull’interorbitale.

La linea laterale include 75-85 squame. Il dorso è grigio azzurrognolo ed i fianchi argentei con sottili linee grigie longitudinali.

Una banda nera e una dorata sono interposte fra gli occhi. La regione scapolare è nera, questo colore continua sulla parte superiore dell’opercolo, il cui margine è rossastro.

La pinna dorsale è grigio azzurrognola, con una fascia mediana longitudinale più scura. La lunghezza massima dell’orata è 70 cm, ma la più comune è tra i 20 e 50 cm; può raggiungere un peso di 10 kg circa.

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